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10 risposte alle domande comuni sulle ristrutturazioni di interni

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10 risposte alle domande comuni sulle ristrutturazioni di interni

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Le ristrutturazioni di interni possono essere avventure entusiasmanti ma irte di pericoli e più aumenta la superficie oggetto dell’intervento più aumenta la possibilità che qualcosa vada storto. Ma non dev’essere per forza così!

Facendosi seguire da un professionista (o, ancora meglio, da un’intera squadra di professionisti coordinata da un esperto) è possibile individuare una soluzione a ogni problema e una risposta a ogni domanda. È quello che fanno ogni giorno i responsabili di Gruppo Abitiamo e che hanno fatto anche in occasione di questo articolo.

Li abbiamo intervistati per raccogliere le loro risposte alle dieci domande più frequenti sulle ristrutturazioni di interni, ma voi potete contattarli anche per una risposta personalizzata alla vostra domanda.

Vi basta compilare questo form o prenotare una chiamata.

Qual è il costo di ristrutturazione al metro quadro?

Abbiamo già parlato del costo di ristrutturazione al metro quadro: ecco l’articolo con le voci del preventivo e i relativi costi.

Molti proprietari non hanno una chiara idea dei costi dei professionisti, dei materiali e delle singole lavorazioni. Per evitare delusioni è importante pretendere chiarezza nelle voci del preventivo e affidarsi a un architetto fin dalla progettazione.

Se la ristrutturazione non si limita a un solo ambiente della casa ma consta di più interventi la soluzione ideale è sempre quella di appaltare i lavori ad un general contractor, che sa come contenere la spesa senza che questo vada a discapito della qualità e che è anche obbligato a rispettare il budget fissato nel contratto.

Come si risparmia durante una ristrutturazione?

Mai risparmiare a discapito della qualità né rivolgersi a ditte che propongono prezzi stracciati, palesemente non in linea con il mercato. Le ristrutturazioni di interni beneficiano dell’ecobonus casa 2020, l’insieme delle detrazioni previste dal Decreto Legge n. 34/2020. Rivolgendosi a Gruppo Abitiamo potrete per esempio approfittare dello sconto in fattura al 50% e ristrutturare spendendo solo la metà.

Come si ristruttura una casa costruita negli anni ’60?

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Almeno un terzo delle case che si ristrutturano in Italia oggi sono state costruite tra gli anni ’60 e gli anni ’80. Gli interventi più importanti riguardano la resistenza sismica, l’efficientamento energetico e la distribuzione degli spazi.

La ristrutturazione varia in base al budget a disposizione ma, al massimo delle possibilità, dovrebbe includere:

  • il rifacimento di tutti gli impianti;
  • la sostituzione degli infissi;
  • la riorganizzazione della pianta, per adeguarla allo stile di vita attuale.

È possibile ingrandire un immobile?

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Sì, rivolgendosi a un esperto nella progettazione di ristrutturazioni interni con ampliamento, che sappia anche gestire le vicende burocratiche del caso. Nel caso di immobili indipendenti si può agire creando una sorta di taverna con accessi sia dall’esterno che dall’interno.

Resta poi sempre valida l’opzione di recupero del sottotetto, dove presente. Un’altra alternativa è la chiusura di una parte dello spazio esterno a disposizione con verande dotate di vetrate panoramiche, a patto di definire preventivamente un buon sistema di ombreggiamento, che evita rischi di surriscaldamento in estate.

Si può spostare la cucina?

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Non sempre. Occorre tenere conto della rete di adduzione dell’acqua e della rete di scarico, dei tubi del gas e dei punti di accesso all’acqua (la spesa può sfiorare i 1.500 €). Tutto il lavoro deve essere svolto con grande precisione, curando le necessarie pendenze, la pressione dell’acqua e altre fondamentali accortezze idrauliche.

In quali fasi di ristrutturazione della casa è richiesta la presenza fisica del proprietario?

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Nelle ristrutturazioni “fai da te” o nelle quali ci si è rivolti a una comune ditta edile i proprietari hanno un bel da fare in cantiere: è infatti necessario coordinare tutti le lavorazioni e gestire l’alternanza dei tecnici e degli operai. Devono anche recarsi negli showroom e nelle botteghe per scegliere e acquistare i materiali e i prodotti.

Questo coinvolgimento diretto dei committenti impedisce loro di allontanarsi dalla zona della ristrutturazione se devono, per esempio, partire per le vacanze o sono semplicemente impegnati con la famiglia e il lavoro. La ristrutturazione, in effetti, assorbe tempo ed energie e gestirla a distanza può essere un’impresa.

Durante i lockdown causati dall’emergenza sanitaria, per esempio, chi stava ristrutturando un immobile in un’altra regione d’Italia ha subito enormi rallentamenti. Questo però non è accaduto a chi si è rivolto a un general contractor che, compatibilmente con il rispetto delle restrizioni imposte delle autorità, ha potuto portare avanti i lavori essendo autonomo nella gestione del cantiere e delle pratiche.

Tra le fasi di ristrutturazione della casa con Gruppo Abitiamo per le quali è richiesta la presenza materiale del committente segnaliamo soltanto gli incontri che hanno lo scopo di definire richieste, desideri ed aspettative. In realtà, per chi fosse impossibilitato, è possibile gestire queste riunioni anche a distanza, con i mezzi messi a disposizione della tecnologia informatica. Ristrutturare così è molto più semplice e può essere fatto anche in circostanze particolari.

Si può ristrutturare restando dentro casa?

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In alcuni casi meglio che trasferirsi dai parenti è restare in casa anche durante la ristrutturazione. È certamente richiesta una certa dose di pazienza ma anche spirito organizzativo. Vivere dentro il cantiere significa infatti riassettare e pulire ogni giorno perché non bisogna lasciare accumulare la polvere, che potrebbe anche nuocere alla salute.

Mettendosi preventivamente d’accordo con gli operai si chiederà di smaltire le macerie il giorno stesso in cui sono state create. Le persone che lavorano in cantiere dovrebbero inoltre avere sempre atteggiamenti rispettosi e non lasciare in giro spazzatura, materiali e attrezzi: alcune regole di buon comportamento possono essere definite prima con il capo cantiere.

Come si risolvono i problemi di cattiva esposizione della casa?

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L’esposizione dell’edificio è uno degli elementi che più influiscono sul comfort abitativo. Dall’orientamento dell’immobile rispetto al sole dipendono i costi di riscaldamento e raffrescamento, l’illuminazione e la distribuzione degli ambienti, poiché difficilmente sarà possibile collocare la cucina o il soggiorno in un’area della casa troppo calda, specie se si abita al sud!

Se l’esposizione è a nord il progetto di ristrutturazioni interni dovrebbe contemplare grandi finestre, mentre in un edificio esistente e completo si può intervenire solo spostando gli ambienti di servizio (come il guardaroba e la lavanderia) sul lato Nord.

In una casa esposta a est è preferibile collocare le camere da letto proprio a est, dove sorge il sole e c’è anche un buon ricambio d’aria.

Il lato migliore di un immobile è sempre quello esposto a sud, tuttavia, al sud Italia, gli ambienti su questo fronte potrebbero ricevere troppo calore in estate e necessitano quindi di un ombreggiamento esterno, a ridosso delle mura perimetrali.

Anche il fronte ovest può essere abbagliato da un’insolazione eccessiva, ma su questo lato della casa si può cenare con vista sul tramonto ed è quindi consigliabile riservare a quest’ala le stanze dedicate alla convivialità.

Si possono unire due appartamenti?

Due appartamenti limitrofi si possono unire sia in senso orizzontale che verticale: in genere questo tipo di ristrutturazioni di interni sconfinano nella necessità di adeguare anche gli esterni, aprendo nuove finestre e collegando i balconi (sempre chiedere il consenso dei condomini e verificare l’assenza di vincoli paesaggistici!).

La redistribuzione degli ambienti richiede la demolizione e la ricostruzione dei tramezzi, con preventiva verifica dei rapporti aero-illuminanti previsti per legge: la superficie delle finestre apribili deve costituire almeno 1/8 della superficie delle stanze principali.

Per unire due appartamenti in assenza di noie burocratiche bisogna effettivamente affidarsi a un tecnico specializzato perché sono diverse le norme da conoscere e occorre aprire una pratica di SCIA al Comune.

Come si ristruttura un edificio storico?

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Per molti nostri clienti l’appartamento in un edificio storico, magari al centro della città, costituisce una sorta di punto di arrivo nella propria vita. Queste case sono tanto ammalianti quanto difficili, in particolare perché richiedono ristrutturazioni di interni capaci di relazionarsi con il contesto preesistente.

Il consiglio è quello di rivolgersi a uno specialista, capace di studiare attentamente la realtà -anche normativa- del territorio e di farsi caro delle varie beghe burocratiche. Anche l’architetto deve vantare una qualche esperienza nello stesso genere, con un portfolio lavori facilmente consultabile.

Occorrerà preferire materiali di provenienza locale e coerenti con il resto dell’ambiente, ma anche, in generale, fare scelte sempre in linea con la tradizione costruttiva del periodo di riferimento.

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